lunedì 1 novembre 2010

Ventuno rosse, quindici blu, trenta grigie..

E siamo arrivati anche a Novembre, mancano due giorni al mio compleanno. Dopodomani compio ben ventiquattro anni, anzi 24.. fa più effetto. 
Ma non è di questo che voglio parlarvi, o almeno non di questo compleanno, bensì di quelli degli anni passati, quattordici o quindici anni fa.
Mi rendo conto, confrontando i comportamenti di adesso con quelli degli anni passati, che certi lati del mio carattere non sono mai cambiati. 
Quello che facevo nell'attesa del mio compleanno, lo faccio ancora oggi (seppur in maniera totalmente diversa, ma lo scopo è sempre lo stesso).
Per spiegare meglio il mio comportamento devo raccontare un pezzettino della mia vita e per farlo devo parlare di mio padre.
Lui, il mio papà, non è mai stato cattivo con me, sapeva sempre perdonarmi. 
Non era cattivo con me anche perchè non c'era quasi mai a casa. Tutti penserete ora che il mio papà era un valoroso soldato dell'esercito. No. 
Era, anzi è, un programmatore.
A distanza di anni (ora che lavoro nella stessa società dove lavora lui) mi rendo conto di cosa significa davvero lavorare. E soprattutto cosa significa lavorare lì. 
Ma a dieci anni, quando vorresti soltanto andare a scuola, fare i compiti e poi uscire di pomeriggio con i tuoi, invitare le amichette a casa,non capisci il senso delle parole: lavoro, ferie mancate, impossibilità di muoversi neanche per accompagnarti dal medico. Vedi soltanto: il suo non esserci mai a casa, le sue ferie mai prese, la sua assenza nelle cose più belle che ti capitano, la sua impossibilità nell'accompagnarti da qualche parte, il suo portarti a mare quattro volte in tre mesi a mare, il suo fare tardi quando il cenone di Capodanno è pronto da un pezzo a tavola, la sua anima risucchiata da quel dannato posto.
Sono sempre cresciuta nell'attesa di qualcosa, nell'attesa del mio giorno per sentirmi al centro dell'universo per almeno ventiquattr'ore. Lo faccio tutt'ora. Quando aspetto qualcosa d'importante, mi ritrovo sempre ad aspettarlo da sola. L'arrivo delle ferie, l'arrivo di una festa, l'arrivo del Natale, del mio compleanno, l'arrivo di qualcuno.. 
E mi rendo conto che se resto da sola ad aspettare, inizio a perdere la testa. Quindi m'invento qualcosa da fare: calcolo quant'è lungo il tempo che mi separa dall'evento per cui mi vedo per esempio un paio di puntate di qualche telefilm che mi piace, stiro i panni (eh già!!!!), faccio di tutto per non guardare l'orologio e far passare il tempo il più velocemente possibile.
A dieci anni sicuramente non potevo stirare, non avevo internet e guardavo continuamente l'orologio.
Un tre novembre di tanti anni fa, mi inventai un gioco. 
Seduta sul balcone della mia vecchia casa che dava sul cortile, riuscivo ad osservare un paio di metri di una lunga strada. 
Avevo un quaderno ed una penna in mano, il primo foglio era diviso in tante colonne. La prima colonna era chiamata "ROSSA", la seconda "BLU", la terza "VERDE", la quarta "GRIGIA", la quinta "BIANCA" e così via. 
A dividere le colonne poi c'erano le righe delle ore, erano dei lassi di tempo del tipo: dalle 16 alle 17, dalle 17 alle 18, dalle 19 alle 20, l'orario in cui tornava solitamente mio padre a casa.
Queste colonne erano segnate da tante X. Alla fine, dopo aver compilato tutte le righe dei lassi di tempo, sulla pagina accanto facevo il conteggio delle X. Disegnavo una tabella con riportato le varie colonne dei colori e il totale delle X a numero. La tabella la chiamavo "MACCHINE". E così passavo il mio tempo......
Dalle 16 alle 20 erano passate ventuno macchine rosse, quindici blu, trenta grigie, trentadue bianche..

3 commenti:

Vincenzo ha detto...

Un post che fa riflettere...Hai esternato il tutto in modo veramente impeccabile..è come se li avessi vissuti anch'io in prima persona!
Complimenti scrivi divinamente ed io capitato per caso non ho potuto far altro che leggere tutto d'un fiato!

ps:Ti seguo!

giardigno65 ha detto...

le macchine grigie (metallizzato) sono sempre di più ...

Stefania ha detto...

ahah si in effetti, anche se all'epoca quelle bianche erano il top. I miei avevano la Uno bianca :D

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